TUTTI
- Patty Lamond
- 13 mar 2020
- 4 Min. de lectura

(Texto en IT y ES)
A un metro sotto la paura c'è la distanza minima di sicurezza, non baciare, non toccare, non abbracciare. Le strade si vedono nude, le case piene, e la natura nella sua fausta genuinità. Di notte inizia lo spettacolo in città, eventi, musei, cerimonie, tutto chiuso, tranne la vita in scena, le finestre diventano teatro, un gioco improvvisato di luci e ombre. E la vita si ferma, ma solo in parte, e riparte vulnerabilità, a tutti quanti, anche se indossi maschera e guanti, o rispetti il metro di sicurezza. Tutta l’altra parte continua, tutti a casa, tutti, tutti quanti, le famiglie amorevoli, le famiglie disfunzionali, chi è vittima di violenza di genere, chi si stava separando, chi si era appena riconciliato, chi stava per farlo e ora non può, chi è da solo, chi sta attraversando una depressione, chi stava per trasferirsi e cambiare vita, chi ha bisogno di assistenza medica, chi non è mai stato con se stesso, Tutti, Tutti quanti a casa. A casa l'economia accelerata, i maestri che trascorrevano 8 ore con i figli di altri genitori che a loro volta erano maestri, a casa gli adolescenti che non possono più rivelarsi in piazza, a casa le ciglia finte, le depilazioni, i tacchi, ora si fa il pigiama party. A casa il consumo, l'aperitivo, l'incertezza, il caffè delle 16 al bar, e non dimenticate di rispettare la distanza minima di sicurezza. Quella stessa distanza che ha messo faccia al mio vicino, saluti tra balconi e palazzi, con musica alle 19 perché si canta “Volare” tutti insieme, dai bunker, dalle case luminose, da quelle comode, umide, affollate o solitarie. Da tutte quante. Perché stiamo tutti a casa. Tutti a casa tranne il personale sanitario, e di prima necessità, che lavora senza sosta, mentre noi, stiamo buoni, stando male, ma meglio della metà della popolazione mondiale, e stiamo... a casa. E la distanza minima di sicurezza, un metro di responsabilità per tutti, è esattamente la stessa che ha creato reti di supporto online, 100 cm d’amore che nonostante la solitudine, ci sta facendo inventare nuovi modi di connetterci, di aiutare, di creare rete e senso di comunità, partendo da casa, dal quartiere... senza differenze tra frontiere, né emigrati, come facevano i nostri nonni una volta, e restiamo buoni, a casa tutti quanti. Chi ci avrebbe detto che l'empatia e la paura ha la sua misura, 100 cm di distanza paradossale, che ci unisce e ci avvicina a tutti quanti. (En Español) TUTTI A un metro bajo el miedo existe la distancia mínima de seguridad, no beses, no toques, no abraces. Las calles se ven desnudas, las casas llenas, y la naturaleza en su bendita naturalidad. De noche empieza el espectáculo en la ciudad, eventos, museos, ceremonias, todo cerrado, menos la vida en escena, las ventanas se vuelven teatro, un juego improvisado de luces y sombras. Y la vida se para, pero solo en parte, y reparte vulnerabilidad, a todos, aunque lleves mascarilla y guantes, o respetes el dichoso metro de seguridad. Y la otra parte sigue, tutti a casa, tutti, tutti quanti, las familias amorosas, las familias disfuncionales, quienes sufren violencia de género, quienes se estaban separando, quienes se acaban de reconciliar, quienes estaban por hacerlo y ahora no pueden, quienes están solos, quienes están pasando una depresión, quienes estaban por mudarse y cambiar de vida, quienes necesitan asistencia médica, quienes nunca han estado consigo mismos, Tutti, Tutti quanti a casa. A casa la economía acelerada, los maestros que pasaban 8h con los hijos de otros papás que a su vez eran maestros, a casa los adolescentes que ya no pueden revelarse en la plaza, a casa las pestañas postizas, las depilaciones, a casa los tacones, ahora se lleva la fiesta de pijamas. A casa el consumo, el aperitivo, la incertidumbre, el café de las 16 en el bar, y no olvidéis respetar la distancia mínima de seguridad. Esa misma distancia que ha puesto cara a mi vecino, saludos entre balcones y edificios, con música a las 19 pues se canta “Volare” tutti insieme. Desde casas bunker, luminosas, cómodas, húmedas, abarrotadas, o solitarias. Perche siamo tutti a casa. Tutti a casa menos el personal de sanidad y comercios de primera necesidad, que trabaja sin descanso, mientras nosotros, nos portamos bien, estando mal, pero mejor que la mitad de la población mundial, y estamos... en casa. Y la distancia mínima de seguridad, un metro de responsabilidad por los demás, es exactamente la misma que ha creado redes de apoyo online, 100cm de amor que a pesar de la soledad, nos está haciendo inventar nuevos modos de conectarnos, de ayudar, de crear red y sentido de comunidad, empezando por casa, por el barrio... sin fronteras, ni emigrados, como hacían nuestros abuelos, aunque les sobraba la guerra, nosotros sólo necesitamos quedarnos. Quién iba a decirnos que la empatía y el miedo miden sólo 100cm, una paradójica lejanía, que nos acerca y nos une como humanidad.
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